Descrizione Progetto

Risveglio della Primavera, (1935)
Questo sensualissimo nudo femminile dalle dimensioni maggiori del vero, simboleggiante la stagione della primavera che si risveglia dal torpore invernale, è indagato da Michelangelo Monti con sapienza in ogni dettaglio, mostrando conoscenze anatomiche degne di un grande maestro; ogni linea, ogni piega del corpo, ogni fascia muscolare è studiata, capita e resa dall’artista con navigata maestria. Il forte impatto visivo è dato non soltanto dalle grandi dimensioni, ma soprattutto dall’assoluta semplicità della posa, che ne accentua la naturale sensualità; la testa incorniciata da due morbide trecce è riversa all’indietro, la bocca è carnosa e socchiusa, così come i grandi occhi e la figura sdraiata inarca la schiena sostenendosi con le forti braccia a terra, offrendo così la visione del suo seno prosperoso, simbolo dell’imminente fertilità stagionale. Tutto l’insieme invita lo spettatore a muoversi intorno all’opera per scoprirla da ogni punto di vista, soffermandosi su ogni dettaglio. L’opera riscosse fin da subito un grandissimo successo, tanto da ottenere l’attenzione di Italo Cremona sulle pagine della rivista «Emporium» nel settembre del 1936. Il grande gesso venne infatti presentato per la prima volta al giudizio della critica e del pubblico alla VII Esposizione Sindacale Regionale Fascista della Promotrice di Belle Arti Torinese, anziché all’Esposizione di Parigi, come inizialmente previsto dallo scultore stesso, a causa dell’ingente impegno economico che la spedizione dell’opera avrebbe comportato; tali informazioni, insieme all’entusiasmo e all’impegno che Monti metteva nel suo lavoro, emergono anche dalle parole che lo scultore scrive nell’aprile del 1935 al fratello Raffaello. La lettera, conservata presso l’Archivio del Cassero recita, infatti, così: «Torino 27-4-935-XIII Carissimo Raffaello mi devi perdonare se non ti ho risposto subito alla tua carissima lettera, ma in questi ultimi giorni ho avuto molto da fare tanto più intorno alla mia statua, che non ho mandato a Parigi per la enorme spesa che mi veniva a costare, e così l’ho mandata all’Esposizione della Promotrice che quest’anno à una certa importanza poiché è Nazionale, ti garantisco che ho lavorato moltissimo a ripassare completamente il gesso, ma finalmente ora è ultimata e consegnata, il mese prossimo si aprirà l’esposizione e speriamo che la vada bene! […]». Dell’opera è nota una sola traduzione in bronzo conservata in collezione privata.
Giulia Stagi