Descrizione Progetto

I Ciliberti o Il filosofo e la sua ombra, 1941
L’opera ritrae il letterato e filosofo comasco Franco Ciliberti (1906-1946) con la moglie, la pianista Giuditta Tallone (1904-1997), detta Ponina, figlia del pittore e accademico Cesare Tallone, maestro dello stesso Bortolotti quando per un breve periodo l’artista frequenta l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Fondatore nel 1938, insieme ad Adriano Ghiron, Pietro Lingeri e Giuseppe Terragni, della rivista «Valori Primordiali», nel 1941 Ciliberti firma il manifesto “Gruppo Primordiali Futuristi S. Elia” – sottoscritto anche da Filippo Tommaso Marinetti – partecipando così alla fondazione dell’arte astratta italiana. Apre e dirige con la moglie, in via Saffi a Milano, la Galleria Ciliberti, un vivace spazio creativo frequentato, tra gli altri, da Carlo Carrà, Giorgio De Chirico, Mario Sironi e Bruno Munari.
Nella seconda metà degli anni Trenta, Franco Ciliberti è tra coloro che dedicano belle pagine di critica alla produzione scultorea di Bortolotti ed è autore anche di uno dei testi del catalogo della “XLV Mostra della Galleria di Roma” del 1941, dove viene esposta questa stessa terracotta, presentata con il titolo «Il filosofo e la sua ombra», ma riprodotta in catalogo come «I Ciliberti».
Questo intenso e realistico doppio ritratto dei coniugi – quasi una moderna versione del celebre «Sarcofago degli sposi» etrusco – esalta l’intesa sentimentale e intellettuale esistente tra Franco e Ponina. Sebbene l’uomo volga le spalle alla moglie, ruota la testa per tentare di incrociare gli occhi della donna che, a propria volta, guarda affettuosamente il marito; con un tenero e delicato gioco di sguardi, ancor più che con la sensualità di un bacio o di un abbraccio, Bortolotti, nel pieno della sua maturità artistica, riesce quindi sapientemente a trasmettere l’affettività e la complicità che caratterizza la relazione della coppia.
Federica Tiripelli