Descrizione Progetto

Gioventù, 1921

Il grande nudo femminile viene eseguito nel 1921 in occasione del concorso bandito dalla città di Torino per la costruzione di una fontana in piazza Solferino, fontana che avrebbe occupato il posto del monumento al generale De Sonnaz del quale si prevedeva il trasferimento nei giardini della Cittadella. Il progetto di Monti, documentato da un piccolo disegno conservato in collezione privata, mostra l’opera, completa del braccio destro, al centro di una vasca e attorniata da altre quattro figure da cui scaturisce l’acqua che la investe. Sul verso del medesimo foglio lo scultore traccia anche una sistemazione di massima della piazza con la collocazione della nuova fontana. Com’è noto il concorso viene vinto dal più giovane Giovanni Riva che inaugura l’attuale fontana nel 1930, mentre il modello di Monti prende la via delle esposizioni pubbliche dopo una modifica sostanziale, l’eliminazione del braccio destro suggerita da Leonardo Bistolfi, che renderà l’opera più in sintonia con la classicità diffusa in quel torno d’anni. Con il titolo di «Gioventù» viene presentata all’esposizione internazionale, Seconda Biennale Romana, del 1923 ottenendo l’apprezzamento di Margherita Sarfatti e sollecitando l’attenzione di Papini che, sulle pagine dell’autorevole rivista «Emporium» nell’aprile del 1924, scrive: «…Un oscuro nome di scultore, Michelangelo Monti, si fa largo fra la folla con una “Gioventù”, viva, schietta, salda, promessa chiara d’una maturità maggiore». Riesposta alla Promotrice di Belle Arti nel 1925 viene notata anche da Barelli che, oltre al riprodurla a commento della sua recensione alla mostra torinese, la utilizza come immagine di copertina nel numero di aprile della rivista «Le Arti Belle», mentre Emilio Zanzi la ricorda ancora sulle pagine di «Emporium» nel giugno dello stesso anno.
In occasione della monografia sullo scultore edita nel 1995, la Toro Assicurazioni ha organizzato un’esposizione itinerante allestita a Torino (1995), Bologna, Milano e Roma (1996) nella quale la «Gioventù» figurava come il fulcro della selezione di opere dell’artista.
Alfonso Panzetta