(Firenze, 1856; ivi, 1928)
Figlio dello scultore Pasquale Romanelli, Raffaello inizia a cimentarsi con la scultura nella bottega paterna, aderendo inizialmente al gusto verista e naturalista. Dopo un periodo di vita marinara, si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Firenze, dove segue i corsi di Augusto Rivalta ed Emilio Zocchi e si fa subito notare vincendo numerosi premi, tra cui il concorso annuale nel 1876 con il bassorilievo «Giacobbe e Rachele al pozzo», il concorso per lo studio dal vero l’anno seguente e nuovamente il concorso annuale nel 1879. Riesce così ad ottenere una borsa di studio che gli permette di proseguire gli studi a Roma, dove vince il Pensionamento nazionale con «L’indemoniata ai piedi di Cristo». Negli anni seguenti si specializza in ritratti, scene di genere e animali, ma è autore anche di opere celebrative e funerarie. Negli ultimi anni dell’Ottocento esegue importanti opere di carattere celebrativo come il monumento a Donatello nella chiesa di San Lorenzo a Firenze, la statua equestre di Garibaldi a Siena, la statua a cavallo di Carlo Alberto a Roma e il busto bronzeo di Benvenuto Cellini commissionatogli dagli orafi di Ponte Vecchio a Firenze in occasione del IV centenario della nascita dell’artista. Realizza monumenti funebri in alcuni dei più importanti cimiteri toscani come il Camposanto di Pisa, il cimitero di San Miniato e quello delle Porte Sante a Firenze.
Oltre a partecipare regolarmente alle mostre fiorentine, espone a Roma, Torino, Parigi e San Francisco ed ottiene importanti incarichi per la realizzazione di monumenti all’estero, come il mausoleo di Alexandro Joan Cusa in Romania, il monumento Demidoff a Kiev, il monumento al generale Martín a Caracas e quello a Botha per Città del Capo, eseguito poi dal figlio Romano dopo la sua scomparsa. All’attività di scultore ha affiancato anche quella di professore insegnando all’Accademia di Belle Arti di Firenze.
Giulia Stagi