(Borgo San Lorenzo – FI, 1909; ivi, 1987)

Figlio di Cesare, di antica famiglia di falegnami stipettai, e Dina Chini, figlia di Pio Chini e cugina di Galileo Chini. Studia inizialmente a Borgo San Lorenzo ed in seguito, nel 1922, si iscrive alla Scuola Professionale di Arti Decorative e Industriali di Firenze e nel 1929 si specializza in scultura decorativa (arte del legno) sotto la guida di Libero Andreotti e Agostino Giovannini. Le sue opere giovanili risentono dell’insegnamento dei maestri e di Andreotti in particolare. Durante il periodo di frequenza dell’Istituto d’Arte conosce Antonio Berti, al quale si lega con un’amicizia che durerà per tutta la vita. Compagni di scuola furono anche Delio Granchi, Marcello Fantoni, e i borghigiani Arrigo Dreoni, Dino Molinelli, Orlando di Collalto. Appena conseguito il diploma, nel 1929, si trasferisce a Tolmezzo in Friuli dove insegna nella locale scuola d’arte sino al 1939. Nei lunghi anni di soggiorno a Tolmezzo, Bini realizza numerose opere anche destinate all’architettura. Rientrato a Borgo San Lorenzo si dedica all’insegnamento del disegno presso l’Istituto Professionale Giovanni Lapi. Il ritorno nella città natale lo porterà ad un allentamento dell’impegno artistico dovuto innanzitutto alla guerra, ma anche alla sua attività presso la falegnameria paterna che lo coinvolge in una logica fondamentalmente commerciale. Professore di disegno al Liceo Scientifico di Montevarchi tra il 1955 e il 1962, torna ad insegnare a Borgo San Lorenzo fino al 1980 quando viene insignito della medaglia d’oro al merito della scuola, della cultura e dell’arte, con decreto del Presidente della Repubblica.
Le poche opere realizzate nel secondo dopoguerra furono per lo più eseguite per assecondare le insistenti richieste dei committenti. Oltre ai molti ritratti, genere principale della sua produzione, realizza anche il grande Crocifisso della chiesa plebana di Faltona. Nel 1946 progetta il Sacrario di Crespino del Lamone, portato a termine ne1 1964. L’impegno di Mario Bini si concretizza anche nell’ambito della tutela in qualità di ispettore onorario per la Soprintendenza dei Beni Architettonici del Mugello.

Federica Marrubini

Le opere