(Castel San Pietro Terme – BO, 1898; Bologna 1987)
Studia alla Scuola d’Arte di Palazzo Ercolani a Bologna e prosegue la sua formazione all’Accademia di Belle Arti, sotto la guida di Pasquale Rizzoli, diplomandosi nel 1917.
La sua attività artistica ed espositiva è caratterizzata da due differenti maniere di concepire e fare scultura.
La prima produzione di Tomba mostra infatti un artista perfettamente inserito nel clima culturale del tempo, diviso tra l’esecuzione di monumenti ai Caduti e la partecipazione ad importanti concorsi pubblici. Parallelamente all’impegno pubblico e monumentale, con sculture dal soggetto ufficiale e caro al regime, che l’artista abbandonerà progressivamente a partire dagli anni Trenta, Tomba si dedica infatti anche alla produzione di piccole figure di genere e gruppi umoristici in terracotta dipinta, con cui partecipa a numerose mostre nazionali, internazionali e sindacali. Sono spesso i ricordi dell’infanzia, degli affetti, della famiglia, della gente semplice di Castel San Pietro e della campagna bolognese ad emergere dall’opera di Cleto Tomba, insieme a famosi personaggi e gruppi ispirati dalla letteratura. Le sue figurine ironiche e irriverenti indagano senza indulgenza e con la stessa precisa attenzione la boria degli avvocati e dei giudici in parrucca e gli effetti delle loro sentenze, la maldicenza all’angolo della strada, l’illusione di un grande amore, l’ingenuità di un educato soldatino in licenza che attende seduto sul divano consumato di una casa di tolleranza, le spietate pettegole del paese.
Nel 1937 ottiene la cattedra di “Figura e ornato modellato” al Liceo Artistico bolognese e ricopre l’incarico fino al 1968. Tomba si dedica anche alla produzione di terrecotte di soggetto sacro e di presepi, largamente apprezzati dal pubblico e dagli ambienti ecclesiastici bolognesi.
Giulia Stagi