Descrizione Progetto
(Testa di bimbo), (1935-1937)
Ad una prima visione questa testa di un piccolo bimbo paffutello esprime un’affettuosità del tutto umana e una tenerezza inaudita; la maniera levigata aiuta a rendere sia la perfetta elasticità della giovane pelle che la sua morbidezza, evidenziata inoltre dalla rotondità delle guance.
Gli occhi sono ben aperti, come a voler guardare il futuro che gli si prospetta davanti, il naso a patatina e la bocca socchiusa, mentre la testa è coperta da una cuffietta che lascia intravedere sulla fronte una simpatica frangetta: il tutto risulta dolce ed armonico, senza cadere nella stucchevolezza di un tema comunque molto praticato dall’artista bresciano, basti pensare alle numerose testine che realizza tra il 1925 e il 1940.
Una terracotta, con leggere varianti, viene esposta nella personale con Calvi di Bergolo e Fe d’Ostiniani allestita alla Galleria Gian Ferrari di Milano, come viene confermato da un articolo de «Il Corriere Padano» datato 9 aprile 1937 dove l’opera compare riprodotta con il titolo «Putto» (cfr. Minghetti, 1937). Proprio la presenza di questa testina nella mostra milanese ci consente di datare il gesso in questione tra il 1935 e il 1937.
Gli occhi sono ben aperti, come a voler guardare il futuro che gli si prospetta davanti, il naso a patatina e la bocca socchiusa, mentre la testa è coperta da una cuffietta che lascia intravedere sulla fronte una simpatica frangetta: il tutto risulta dolce ed armonico, senza cadere nella stucchevolezza di un tema comunque molto praticato dall’artista bresciano, basti pensare alle numerose testine che realizza tra il 1925 e il 1940.
Una terracotta, con leggere varianti, viene esposta nella personale con Calvi di Bergolo e Fe d’Ostiniani allestita alla Galleria Gian Ferrari di Milano, come viene confermato da un articolo de «Il Corriere Padano» datato 9 aprile 1937 dove l’opera compare riprodotta con il titolo «Putto» (cfr. Minghetti, 1937). Proprio la presenza di questa testina nella mostra milanese ci consente di datare il gesso in questione tra il 1935 e il 1937.
Veronica Becattini