Descrizione Progetto
Via Crucis, (1933)
Timo Bortolotti esegue le formelle raffiguranti la Via Crucis intorno al 1933, anno in cui furono esposte alla “V Triennale di Milano”, unitamente ad una «Statua giacente». Le formelle conservate presso Il Cassero sono undici in totale (SC0982-SC0992) , otto in bronzo e tre in gesso, queste ultime sono modelli preparatori, raffigurano infatti tre delle stazioni presenti nella versione bronzea: «Gesù cade», «Gesù ammonisce le donne di Gerusalemme», «Gesù è spogliato dalle vesti». Tutte le formelle si presentano come abbozzate: le figure emergono dallo sfondo ma allo stesso tempo ne rimangono parte integrante; le sagome non sono nitide; i dettagli sono completamente assenti. La materia, scarsamente lavorata, consente di percepire il senso di pesantezza e dolore sopportato dal “condannato”. Questa resa scabra del trattamento della superficie si collega al periodo milanese, città dove Bortolotti si era trasferito nel 1924, e che testimonia un avvicinamento dello scultore allo stile novecento; viene dunque meno il realismo che aveva sempre contraddistinto il suo operato a favore di un risultato più sintetico e semplicistico.
La «Via Crucis» è stata presentata in seguito alla personale dello scultore alla Galleria Tamanza di Bergamo (1945), a quella presso l’Accademica Tadini di Lovere (1946-1947) e alla “Mostra d’Arte Sacra Contemporanea” di Cremona (1950). Negli anni Novanta dieci formelle, comprese quelle in gesso, vennero esposte all’antologica di Montevarchi.
La «Via Crucis» è stata presentata in seguito alla personale dello scultore alla Galleria Tamanza di Bergamo (1945), a quella presso l’Accademica Tadini di Lovere (1946-1947) e alla “Mostra d’Arte Sacra Contemporanea” di Cremona (1950). Negli anni Novanta dieci formelle, comprese quelle in gesso, vennero esposte all’antologica di Montevarchi.
Federica Marrubini