Descrizione Progetto
(Dodi), (1942 c.)
Il ritratto esposto alla personale presso l’Accademia Tadini di Lovere nel 1946 raffigura Donatella, meglio conosciuta con il nomignolo Dodi, la figlia terzogenita dello scultore.
Dodi nasce dal secondo matrimonio di Timo Bortolotti, avvenuto nel 1924 con Giuseppina Sala, dalla quale l’artista avrà anche altre due figlie, Gloria e Milly (che si vanno ad aggiungere ad Alba, nata dalla prima moglie Irma Laini, morta giovanissima poco dopo il parto); Donatella viene rappresentata ancora in età adolescenziale, con il bel volto fresco, giovane e levigato, sul quale spiccano la bocca carnosa ma piuttosto stretta e il naso dalla punta sottile, caratteristiche predominanti del soggetto ritratto, al quale conferiscono riconoscibilità; il viso dall’ovale delicato e regolare è lasciato completamente libero dai capelli, acconciati in onde morbide e divisi da una scriminatura centrale lasciando così libera la fronte alta e spaziosa, simile a quella del padre.
Benché in questo specifico caso l’artista e la “modella” siano uniti da un profondo legame affettivo, l’opera costituisce in ogni caso un eloquente saggio della sottile e acuta penetrazione psicologica con cui l’artista riesce a cogliere tutte le sfumature del carattere del soggetto ritratto, riuscendo a trasportarle dall’interiorità dell’animo alla superficie da modellare, portandole difatti alla luce e rendendole visibili: sotto i lineamenti dolci e freschi della giovane età si percepisce infatti l’affiorare di uno spirito già irrequieto e indipendente, peculiare di Dodi che, dal punto di vista professionale, sarà capace di trasformare la stimolante spinta paterna in qualcosa di totalmente diverso.
Il ritratto della figlia Donatella, già a partire dalla sua più tenera età con «Mascherina», è un tema affrontato più volte nella produzione artistica di Timo Bortolotti, offrendo così un suggestivo, affezionato ed intimo spaccato sia di crescita personale che di vita familiare.
Dodi nasce dal secondo matrimonio di Timo Bortolotti, avvenuto nel 1924 con Giuseppina Sala, dalla quale l’artista avrà anche altre due figlie, Gloria e Milly (che si vanno ad aggiungere ad Alba, nata dalla prima moglie Irma Laini, morta giovanissima poco dopo il parto); Donatella viene rappresentata ancora in età adolescenziale, con il bel volto fresco, giovane e levigato, sul quale spiccano la bocca carnosa ma piuttosto stretta e il naso dalla punta sottile, caratteristiche predominanti del soggetto ritratto, al quale conferiscono riconoscibilità; il viso dall’ovale delicato e regolare è lasciato completamente libero dai capelli, acconciati in onde morbide e divisi da una scriminatura centrale lasciando così libera la fronte alta e spaziosa, simile a quella del padre.
Benché in questo specifico caso l’artista e la “modella” siano uniti da un profondo legame affettivo, l’opera costituisce in ogni caso un eloquente saggio della sottile e acuta penetrazione psicologica con cui l’artista riesce a cogliere tutte le sfumature del carattere del soggetto ritratto, riuscendo a trasportarle dall’interiorità dell’animo alla superficie da modellare, portandole difatti alla luce e rendendole visibili: sotto i lineamenti dolci e freschi della giovane età si percepisce infatti l’affiorare di uno spirito già irrequieto e indipendente, peculiare di Dodi che, dal punto di vista professionale, sarà capace di trasformare la stimolante spinta paterna in qualcosa di totalmente diverso.
Il ritratto della figlia Donatella, già a partire dalla sua più tenera età con «Mascherina», è un tema affrontato più volte nella produzione artistica di Timo Bortolotti, offrendo così un suggestivo, affezionato ed intimo spaccato sia di crescita personale che di vita familiare.
Giulia Stagi