Descrizione Progetto
(Busto del poeta Canossi), (1937)
Angelo Canossi (Brescia, 1862-1943) é stato un importante esponente del mondo culturale della sua città tra l’ultimo ventennio dell’Ottocento e il primo quarantennio del Novecento. Uomo di lettere, si è dedicato tanto al mondo giornalistico quanto alla produzione letteraria, per lo più poetica, la cui vena vernacolare ha fatto sì che venisse definito il “poeta della brescianità”; per questa predisposizione ha partecipato al Primo congresso dei dialetti, tenutosi a Milano nel 1925, e ha ricevuto dall’Ateneo della sua città il compito di occuparsi della creazione del vocabolario del dialetto bresciano, opera però mai conclusa.
Con questo busto dedicato al proprio conterraneo, Bortolotti dà un importante saggio delle proprie doti di ritrattista. Canossi – settantacinquenne nel momento in cui lo scultore realizza l’opera – veste gli abiti borghesi propri di un distinto uomo di cultura qual’era e presenta uno sguardo intenso, la caratteristica stempiatura, i tipici baffi, il naso importante, il volto solcato da profonde rughe e pesanti borse sotto gli occhi, tutti aspetti che ci allontanano da qualsiasi idealizzazione; la superficie volutamente irregolare della terracotta contribuisce ad aumentare l’espressività dell’opera.
Il ritratto di Canossi ha partecipato, nel corso degli anni Trenta, alla “Prima Mostra degli Artisti Mutilati di Guerra Milanesi” (novembre 1937) e alla “IX mostra d’arte del sindacato interprovinciale fascista” (1938), occasione in cui viene definito, in un articolo di Gabrielli correlato all’esposizione, «veramente un buon ritratto […] che pur nella superficie alquanto scabra nulla perde dell’attenta osservazione del vero e della precisa interpretazione»; il busto é stato inoltre esposto in occasione delle retrospettive del 1988 a Brescia e del 1996 a Montevarchi.
Con questo busto dedicato al proprio conterraneo, Bortolotti dà un importante saggio delle proprie doti di ritrattista. Canossi – settantacinquenne nel momento in cui lo scultore realizza l’opera – veste gli abiti borghesi propri di un distinto uomo di cultura qual’era e presenta uno sguardo intenso, la caratteristica stempiatura, i tipici baffi, il naso importante, il volto solcato da profonde rughe e pesanti borse sotto gli occhi, tutti aspetti che ci allontanano da qualsiasi idealizzazione; la superficie volutamente irregolare della terracotta contribuisce ad aumentare l’espressività dell’opera.
Il ritratto di Canossi ha partecipato, nel corso degli anni Trenta, alla “Prima Mostra degli Artisti Mutilati di Guerra Milanesi” (novembre 1937) e alla “IX mostra d’arte del sindacato interprovinciale fascista” (1938), occasione in cui viene definito, in un articolo di Gabrielli correlato all’esposizione, «veramente un buon ritratto […] che pur nella superficie alquanto scabra nulla perde dell’attenta osservazione del vero e della precisa interpretazione»; il busto é stato inoltre esposto in occasione delle retrospettive del 1988 a Brescia e del 1996 a Montevarchi.
Roberta Perego