(Carrara, 1878; Firenze, 1958)
Anche ceramista, decoratore e pittore. Studia all’Accademia di Belle Arti di Firenze sotto la guida di Antonio Bortone, Augusto Rivalta e Giovanni Fattori. Dal 1906 al 1915 vive a Berlino ottenendo una certa notorietà. In Germania è attivo come ceramista della Fabbrica Imperiale di Rosenthal, in sostituzione di Filippo Cifariello. Rientrato a Firenze nel 1915, dal 1920 è attivo per un anno in America del Sud dove esegue numerose opere pubbliche. Nel 1922 partecipa al concorso per il monumento alla «Madre italiana» in Santa Croce a Firenze ed in seguito realizza il monumento ai Caduti (1925) di Pisa e quello a «Giovanni Fattori» (1925) a Livorno. Dopo una partenza inserita nel clima del realismo fiorentino, evidente nel ritrattino in bronzo di «Giovanni Fattori» (1902) oggi nella Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, dal 1915 in poi la sua produzione si orienta verso una maggiore robustezza plastica, e nell’ultima parte della sua attività si dedica all’esecuzione di opere in maiolica per la Manifattura Fiorentina della Lastra. Autore di opere di genere e animalistiche, nel 1898 espone a Venezia e la sua opera viene acquistata per il Museo di Costantinopoli, ma espone ancora a Venezia nel 1914 («Tigre») e nel 1936. Partecipa con regolarità alle mostre della Società delle Belle Arti di Firenze. Dal 1919 prende parte alle rassegne della Promotrice di Belle Arti di Torino. Espone a Roma nel 1921 e nel 1939 («Giovanetta che stira»), alla Fiorentina Primaverile del 1922 presenta il marmo «Musica» ed un gruppo di opere in ceramica, mentre alla Quadriennale di Torino del 1923 presenta un bronzo. Espone anche a Fiume nel 1927, a Montecatini nel 1931 («Il perdono» e «Piccolo Pan»), a Budapest nel 1936 e a San Remo nel 1939 («Il nuoto»). Nella Galleria d’Arte Moderna di Milano è conservato un «Giovanetto bagnante» (1938) ed altre sue opere si trovano nelle Gallerie d’Arte Moderna di Firenze e Novara («Nudo femminile», «Muletto», «La madre»).
Alfonso Panzetta