(Darfo-BS, 1884; Milano, 1954)
Anche pittore, è allievo di Cesare Tallone e Leonardo Bistolfi all’Accademia di Brera a Milano. Inizialmente incline al gusto liberty, dopo la Prima Guerra Mondiale esegue opere di grande mole come il «Monumento-Ossario» al Passo del Tonale (1923) e la statua del «Redentore» a Bienno. Trasferitosi a Milano, nel proprio studio con Achille Funi e Piero Marussig, nel 1930 fonda una libera scuola d’arte aperta a tutti. Autore di acuti e delicati ritratti, di eleganti nudini in terracotta e piccole opere di genere alcune delle quali conservate nella Galleria d’Arte Moderna di Milano, nella Galleria Comunale d’Arte Moderna di Roma («Contadinello», «Bimbo malato»), nel Museo Provinciale di Trento (busto di «Fabio Filzi»), nella Galleria degli Uffizi a Firenze («Autoritratto», «ArturoTosi») e nei Musei di Brescia («Ragazza lombarda»). Espone con regolarità alle mostre Sindacali milanesi e viene premiato a Padova nel 1930. Nello stesso anno è presente alla Biennale di Venezia («Arturo Tosi», ritratto in bronzo), ma alle Biennali veneziane espone anche nel 1934 («Aglae Sironi», ritratto in terracotta), nel 1936 («Riflessi», bronzo; «Pietà», marmo), nel 1940 («Paolucci de Calboli», cera) e nel 1942 («Vittoria tra i vinti», gesso). Nel 1934 e 1935 vince il Premio Savoia-Brabante e nel 1936 viene premiato anche a Budapest. All’Esposizione Internazionale di Parigi del 1937 ottiene, oltre al Gran Prix per la scultura a pari merito con Marino Marini, Arturo Martini, Arturo Dazzi e Romano Romanelli, anche l’apprezzamento diretto di Aristide Maillol. Tra le numerose altre esposizioni alle quali partecipa si ricorda la Quadriennale romana del 1935 dove presenta «Prima pesca» e «Contadinello», la Prima Mostra degli Artisti Mutilati di Guerra del 1937 a Milano e l’esposizione dedicata allo sport del Premio San Remo del 1938 («Gara di nuoto-Via!»). Nel 1996 il Comune di Montevarchi organizza una grande retrospettiva sull’artista all’Auditorium Comunale con prefazione al catalogo di Claudia Gianferrari, nipote dello scultore.
Veronica Becattini