Descrizione Progetto
Gloria, 1924-1925
«Gloria» è il ritratto della secondogenita dell’artista, la prima figlia avuta dalle seconde nozze con Giuseppina Sala: il viso paffuto della neonata, dai lineamenti morbidi e delicati, è scolpito da Bortolotti in un piccolo blocco di marmo di Candoglia.
Questo esclusivo materiale, con cui è stato edificato il Duomo di Milano e realizzata la sua intera decorazione plastica, è scolpito dall’artista di origini bresciane non solo in occasione dell’esecuzione del «San Giovanni Bosco» per uno dei capitelli dei piloni interni della cattedrale meneghina – opera di cui il Museo possiede una testa in gesso al vero (scheda n. 46 ) – ma anche per altre opere, tra cui, appunto, i due pezzi delle collezioni montevarchine «Gloria» e «Sorriso» (scheda n. 22 ). Giacché la Fabbrica del Duomo di Milano detiene la proprietà esclusiva delle cave e del pregiato marmo estratto, Bortolotti deve aver acquistato di volta in volta il Candoglia dalla Fabbrica stessa; del resto, almeno per «Gloria» e «Sorriso», si tratta di opere di piccole dimensioni, ricavate con ogni probabilità da scarti derivati dalle operazioni di estrazione e lavorazione del marmo.
Questo pezzo è uno dei pochi in collezione a presentare la firma dell’autore. Accanto a quest’ultima poi, quello che sembra un piccolo simbolo e che, con molta probabilità, corrisponde al numero romano “III”: il riferimento è al terzo anno dell’era fascista, cronologia introdotta dal regime in seguito alla marcia su Roma del 28 ottobre 1922. L’anno terzo dell’era fascista corrisponde quindi a un arco di tempo che va dal 29 ottobre 1924 al 28 ottobre 1925, periodo all’interno del quale collocare anche l’esecuzione di questo ritrattino in Candoglia.
Opera esposta alla prima personale dell’artista, allestita a Milano presso la Galleria Dedalo, e riproposta alla Galleria di Roma nel 1941, «Gloria» appare nelle principali retrospettive dedicate all’artista dalla seconda metà degli anni Ottanta del Novecento.
Roberta Perego